Percorsi turistici con Audioguida

Ascolta l’audio Guida

Avvicina la fotocamera del telefono e inquadra il QR Code

01. L’INFO POINT DI CODEVILLA

Benvenuti presso il punto informativo dei servizi turistici territoriali di Codevilla, nell’Oltrepò Pavese! Il percorso espositivo vi presenterà il territorio, le bellezze, gli itinerari proposti e i prodotti tipici, per ottimizzare al meglio la vostra permanenza turistica in relazione alle vostre esigenze e interessi. Il punto informativo, dove vi trovate ora, è situato nel Palazzo municipale.

L’info point rappresenta il punto di partenza di un percorso guidato, supportato dall’audioguida, alle peculiarità e bellezze fruibili sul territorio. Le tracce dell’audio guida sono anche scaricabili dai vostri supporti mobili, tramite i QR Code, localizzati sul percorso urbano e indicati nella mappa che potrete reperire nel punto informativo. 

La sala ospita pannelli e video che presentano i vari aspetti del territorio.  A terra potete osservare un tappeto grafico che visualizza la mappa del territorio con i principali luoghi e itinerari proposti. Per ulteriori dettagli logistici è possibile scaricare sui vostri dispositivi mobili l’applicazione VISITAPP Codevilla, semplice da navigare con sezioni tematiche.  Ora vi invitiamo a visitare la raccolta museale Maria Maddalena Rossi, ubicata a fianco dell’info point, per scoprire l’interessante collezione d’arte moderna esposta all’interno di livello nazionale. 

Ascolta l’audioguida

Avvicina la fotocamera del telefono e inquadra il QR Code

02. LA RACCOLTA MUSEALE MARIA MADDALENA ROSSI

Benvenuti nei locali della raccolta museale. L’atrio d’ingresso presenta pannelli introduttivi e nella stanza accanto si possono visionare vari oggetti della collezione e un video dedicato a Maria Maddalena Rossi. Poi potrete procedere alla visita della sala con l’esposizione artistica che presenta la raccolta museale.

Personaggio degno di nota è Madre Costituente dell’Oltrepò, Maria Maddalena Rossi nacque a Codevilla. La formazione scientifica con inclinazioni umanistiche determinarono il suo impegno in politica, (Soccorso Rosso, Resistenza, Costituente, infine il Parlamento di cui fu deputata), soprattutto sul fronte della condizione femminile. Presidente dell’Unione Donne Italiane dal 1947 al 1956, si impegnò per impedire l’introduzione di principi lesivi della parità dei sessi nella Costituzione. Sindaco di Portovenere dal 1970 al 1975, donò alla località ligure le porte in bronzo per il tempio di San Pietro, opera di Scorzelli. 

Prima di morire, nel 1993 durante un’assemblea pubblica, la Rossi donò al Comune di Codevilla la sua ricca collezione di arte contemporanea, libri, sculture e memorie raccolte con passione durante la sua vita. Morì a Milano il 19 settembre 1995 e venne sepolta a Codevilla, dove è tuttora vivo il suo ricordo ed una strada è a lei intitolata.  Nel mese di settembre del 2020 le è stata riconosciuta, postuma, la cittadinanza onoraria dalla Città di Cassino, per i suoi straordinari meriti e per il suo impegno per la libertà e la democrazia.

La frequentazione dell’ambiente intellettuale le diede modo di conoscere i più importanti artisti del Novecento e collezionarne i quadri: tra le opere d’arte che ha collezionato nel corso della sua lunga e proficua vita, spiccano tre ritratti; quello di Sibilla Aleramo, dei coniugi Rosenberg e di Sylvie Vartan, firmati rispettivamente da Mucchi, Guttuso e Rotella. 

A Roma, la Rossi è in rapporti di amicizia con la pittrice Antonietta Raphael, moglie di Mario Mafai, e ne frequenta la casa, dove ha occasione di incontrare Renato Guttuso. Frequenta diversi salotti in cui gli intellettuali romani amano ritrovarsi. A casa del regista Camillo Mastrocinque incontra Robert Carroll arrivato dall’America nel 1959, con cui stabilisce un rapporto di stima profonda, che la porterà ad acquistare ben 12 dipinti, offrendo così all’artista un valido aiuto all’inizio della carriera. 

Non essendo la Rossi una collezionista di professione, ma un’impegnata figura politica, la collezione riflette motivazioni affettive e etiche più che estetiche e proprio per questo riveste un grande valore storico, indicandoci i gusti e le inclinazioni di una donna che ha attraversato con singolare partecipazione un periodo chiave della storia italiana. Le sue acquisizioni sembrano guidate dalla condivisione con l’autore di una medesima lettura della realtà e di una fede politica o da un profondo legame affettivo. 

Ecco l’importanza e il significato della assidua frequentazione della galleria milanese della Colonna, aperta dalla amica Renata Usiglio nei primi anni Cinquanta, con l’intento di promuovere artisti che non scindono l’impegno sociale e politico da quello pittorico, ma lo considerano anzi parte essenziale e movente etico della propria pittura, intesa anch’essa come lotta politica e non pura ricerca estetica. 

Tra gli artisti che vi espongono numerosi sono rappresentati con una o più opere nella collezione: è il vaso di Armando Pizzinato con La corte dei Gesuati, Gabriele Mucchi con La Madre di partigiano, ritratto di Sibilla Aleramo, Ritratto di attrice, Augusto Murer con Testa di donna, Tono Zancanaro con il Prato della Valle e Testa di Caruso, Genni Mucchi con il bronzo Ragazza seduta, Aligi Sassu con Ulivi. 

Sono tutti autori che hanno in comune la militanza nel PCI, la partecipazione alla Resistenza. Quando la galleria della Colonna, devastata da un incendio, chiude, Renata Usiglio diventa direttrice della Galleria 32 di Alfredo Pallione, aperta nel 1963 e rivolta anch’essa all’arte figurativa, ma non caratterizzata, come la Colonna, per il legame col Partito Comunista. 

Maria Maddalena Rossi comincia a frequentare la nuova galleria e vi acquista numerose opere: Il Castello di Federica Galli, In un bar di Tiziana Fantini, altri dipinti di Carroll. Il marito, con cui condivide la passione per l’arte, le regala a sua volta alcune tele: Donna al bar di Renato Guttuso e i ritratti femminili di Aldo Salvadori.

Alla sua morte, la collezione può contare nomi come Corrado Cagli, Renato Guttuso, Mario Mafai, Gabriele e Genni Mucchi, Luigi Spazzan, tutti artisti che hanno rivestito un ruolo di primo piano nella storia dell’arte italiana contemporanea, opponendosi, nel periodo tra le due guerre, all’imperante gusto di Novecento, monumentale e accademico.

La raccolta mostra caratteri di forte omogeneità: rispecchia il piacere personale della collezionista per una pittura e scultura figurativa in grado di restituire in maniera diretta, immediatamente riconoscibile, il mondo, le cose e le figure; in parallelo rispecchia l’inclinazione più meditata, per certi aspetti ideologica, di una parte di quella cultura italiana, alla quale Maddalena Rossi apparteneva, negli anni centrali del nostro secolo, per un’arte capace di parlare con chiarezza a un pubblico grande, ma non necessariamente raffinato, da un punto di vista artistico, ma perfettamente in grado di capirla e di godere di essa.

Ora, all’uscita della raccolta museale, vi invitiamo a scoprire la storia, la cultura e la natura del territorio, completando la visita con le degustazioni dei vari prodotti tipici e dei prelibati vini dell’Oltrepò Pavese.

Ascolta l’audioguida

Avvicina la fotocamera del telefono e inquadra il QR Code

03. IL CENTRO STORICO DI CODEVILLA

Codevilla situata ai piedi delle prime pendici collinari dell’Oltrepò Pavese e tale posizione favorisce una rinomata e ricca produzione vitivinicola che rappresenta l’attività preminente del territorio.

Ora, mentre potrete ascoltare alcuni cenni storici su Codevilla e il suo territorio, vi invitiamo a dirigervi verso la chiesa parrocchiale.

L’antico villaggio da cui ebbe origine Codevilla fu costruito in epoca romana lungo la strada che collegava Dertona (l’odierna Tortona) a Clastidium (Casteggio). Chiamato anticamente Lutae se ne trova citazione già nel 482, anno in cui, secondo lo storico Giuseppe Salice, “fu eretta una chiesa in loco Lutae dedicata al Salvatore, la quale venne poscia creata in arcipresbiterale sotto il titolo di San Martino”. 

Lutae si trovava in posizione distaccata rispetto alla Codevilla dei giorni nostri; fu costruita a ridosso di una rocchetta fortificata e dotata di mura. Il più antico documento che parla della fortezza è un diploma dell’imperatore Federico Barbarossa dell’8 agosto 1164. Questi, dopo aver distrutto nel 1155 la città di Tortona, ne usurpò diversi possedimenti fra cui appunto la rocchetta, strappata all’Episcopio e concessa al Monastero del Senatore di Pavia assieme a Mondondone. 

I superstiti dell’antico borgo furono probabilmente i fondatori dell’odierna Codevilla.  A sostegno di questa tesi troviamo un documento della fine del XII secolo che cita come visibile da poco fuori le mura di Voghera “la già sorta borgata di Codevilla”. È questa la prima volta che compare tale nome.

Passata sotto il dominio visconteo nel 1358 nel feudo di Mondondone, fu data in potestà ai Beccaria con decreto ducale firmato in Pavia il 27 gennaio 1406. Con il passaggio ai Savoia avvenuto nel 1743 in seguito al trattato di Worms, il feudo di Mondondone fu trasformato in comune sotto la provincia di Voghera; nel 1814 la sede comunale venne spostata presso Codevilla, nel frattempo divenuto centro più sviluppato ed importante.

Fra le curiosità riguardanti Codevilla si ricorda il primato del dott. Lodi, che fu sindaco per ben 42 anni a partire dal Dopoguerra e risulta pertanto essere il primo cittadino più longevo dell’Italia repubblicana.

Ora possiamo visitare l’interessante la Chiesa del XVI secolo dedicata a San Bernardo con la rilevante loggia lignea dell’organo e le interessanti opere d’arte sacra conservate al suo interno. La chiesa di San Bernardo è attestata negli atti dei sinodi diocesani convocati tra XVI e XVII secolo dai vescovi di Tortona come chiesa parrocchiale plebana. Nel 1564 la chiesa di San Bernardo abate assunse il titolo di arcipretale. Secondo quanto si desume dagli atti della visita pastorale compiuta dal vescovo Paolo Aresi nel 1638, la parrocchia di San Bernardo aveva un annuo reddito di scudi 200 derivante da appezzamenti di terra. 

Usciti dalla chiesa, si possono percorrere le vie dell’antico borgo ammirando costruzioni rurali e nobiliari che si intercalano a interessanti portali d’ingresso ai cortili ed ai vari variopinti murales d’arte contemporanea che “colorarano” Codevilla. 

Verso la strada che conduce a Mondondone si può visitare l’antica sede della grangia del Monastero di San Senatore, dove già nel 1200 vi si coltivava la vite. 

Presso la Tenuta Montelio, con prenotazione, è possibile visitare unitamente alle antiche cantine, risalenti alla seconda metà del 1600, l’infernotto, singolare struttura a pianta ottagonale, utilizzata nei secoli scorsi come “ghiacciaia”, oggi destinato alla conservazione delle bottiglie “storiche” dell’azienda.

 Inoltre possono essere degustati e acquistati i prelibati vini dell’Oltrepò Pavese che suscitano emozioni all’olfatto e al palato, accompagnati da salumi e prodotti locali deliziosi. 

L’antica cantina sociale, oggi Torrevilla, permette una degustazione presso la sede espositiva nei pressi della moderna torre che svetta sul borgo.

Le aziende agrituristiche del territorio, ad esempio “La Rocchetta” a Mondondone, uniscono alla visita ai locali di vinificazione, alla degustazione   dei vari prodotti tipici del territorio, un percorso ludico-didattico tra i vigneti per affascinanti momenti immersi nella natura. 

Presso “La Cantina delle merende”, dell’azienda vitivinicola “Casarini vini”, si possono degustare i tipici prodotti del territorio accompagnati da ottimi vini e presso l’azienda il Gabbiolo sono possibili ottime degustazioni ed acquisti di vini prelibati.

Per continuare la vostra visita ora dovrete spostarvi presso la frazione di Mondondone.

Ascolta l’audioguida

Avvicina la fotocamera del telefono e inquadra il QR Code

04. LA FRAZIONE DI MONDONDONE

Benvenuti nell’antico borgo di Mondondone, come cita un’insegna in legno all’ingresso della frazione medioevale.  Fin dal X secolo era compreso nella contea di Tortona in capo al Monastero del Senatore di Pavia, per poi passare nel 1412 al feudo dei Beccaria. La chiesa di San Bartolomeo, risalente al XVI secolo, presenta interessanti opere d’arte al suo interno. Interessanti sono le tracce delle murature dell’antico Castrum che domina sul borgo immerso tra convalli e vigneti con panorami verso la pianura e le circostanti colline.

Occorre percorrere il borgo medioevale lungo i suoi vicoli per scoprirne il fascino delle costruzioni rurali e gli affascinanti scorci naturalistici. I versanti delle colline di Mondondone e Piana ospitano boschi di latifoglie, in prevalenza roveri, roverelle, robinie, castagni, pioppi. Sedimenti gessosi nei pressi di Mondondone testimoniano la presenza nello scorso secolo di una cava di gesso e il ritrovamento, fra le rocce collinari, di numerosi fossili testimoniano l’antica presenza del mare in questi luoghi. L’esposizione dei terreni e un microclima particolarmente benigno favoriscono, inoltre, sui pendii la coltivazione dell’ulivo, specie tipicamente avvezza al clima mediterraneo, ma già da secoli presente anche su questo territorio. L’ospitalità è garantita da agriturismi, da varie realtà dedite all’accoglienza e dalle varie aziende di produzione vitivinicola. 

Dal centro storico parte un sentiero, che conduce alla piccola chiesa dedicata a Padre Pio. Dalla chiesetta si può ammirare uno splendido panorama verso la pianura. Notevoli sono i percorsi e le vie cicloturistiche che ne percorrono il territorio. 

Da Mondondone si può raggiungere, attraverso un sentiero, l’antico Oratorio campestre di Montù della “Madonna delle Grazie”. Il più antico documento che attesta con certezza l’esistenza di una cappella votiva in questo luogo è un atto del 1299 redatto dall’Inquisitore di Pavia, giunto in terra di S. Antonino per sradicare una superstizione secondo cui le ragazze in procinto di matrimonio non si dovevano sposare nel mese di maggio. L’edificio, pur essendo isolato, è mantenuto decorosamente dagli abitanti di Mondondone, della Piana e delle altre frazioni circostanti. Oggi l’edificio si presenta ad aula unica, con volta a botte dipinta e con un altare barocco, l’affresco della Madonna è protetto da teca di legno con vetro. 

Ora da Mondondone, prima di raggiungere la frazione Piana, vi consigliamo una repentina visita all’antica piccola frazione di Casareggio. Quest’ultimo centro secondo alcuni, fra cui lo storico Vidari, ospitò una residenza di caccia del re longobardo Alboino; sede presso la quale il sovrano ebbe modo di conoscere e interrogare più volte l’arguto contadino Bertoldo, le cui peripezie furono raccontate da Giulio Cesare Della Croce in una celebre opera del Seicento. Ora potreste dirigervi verso la frazione di Piana.

Ascolta l’audio Guida

Avvicina la fotocamera del telefono e inquadra il QR Code

05. LE FRAZIONI DI PIANA E DI PONTAZZO

Proseguendo verso la frazione di Piana, incontriamo l’oratorio di San Rocco e le eleganti corti rurali ancor oggi produttive. Interessanti sono le varie cappelle votive e gli antichi pozzi per attingere l’acqua. Si possono attraversare le vie dell’antico borgo ammirando le costruzioni rurali e nobiliari che si intercalano a interessanti santelle votive, portali d’ingresso ai cortili tipici del territorio, prevalentemente vocato alla coltivazione della vite. 

Notevoli sono i percorsi e le vie cicloturistiche che ne percorrono il territorio e che collegano le varie frazioni, in particolare la frazione di Piana a quella di Pontazzo, in un’ambiente naturalistico interessante che ospita boschi di latifoglie, in prevalenza roveri, roverelle, robinie, castagni, pioppi, intervallato dai numerosi vigneti che caratterizzano i versanti collinari. Ora potreste raggiungere, con i vostri mezzi, la frazione di Pontazzo.

Per raggiungere il borgo di Pontazzo, occorre prendere la strada per Castellaro dalla Frazione di Cadé a Torrazza Coste. Dal bivio di Castellaro si piega a Sud verso Boffalora e, oltrepassato il ponte sul Rio Brignolo, si gira ancora a destra. Dopo alcune centinaia di metri, si raggiunge un piccolo pianoro ove sono raccolte alcune case rurali attorno al Santuario di Santa Maria. 

La leggenda narra che nel VI secolo il nobile guerriero longobardo Azzo, alle dipendenze del signore di Mondandone, smarritosi durante una battuta di caccia nel bosco circostante, vide una Signora in vesti grigio-azzurrine splendenti, che gli indicò la via d’uscita chiedendo in cambio l’erezione di una cappella nel luogo dell’apparizione. Il nobile signore si convertì e fece edificare una piccola edicola con l’immagine dell’Annunciazione. Da allora, nel luogo dell’apparizione, non nacque più nessuna pianta ad alto fusto per un raggio di cinquanta metri e sul pianoro detto “prato lungo”, fu edificato l’edificio attuale.

La chiesa compare sotto la dedicazione di Santa Maria de Pontassis, nell’atto del 1299 con cui viene aggregata alla pieve di Codevilla. Oggetto del culto e devozione popolare, è la statua della Beata Vergine Maria rivestita di un prezioso abito di broccato filettato d’oro, che in passato veniva portata in processione in occasione delle tre feste annuali del santuario: 25 marzo, 15 agosto e 8 settembre.  Al suo interno si può ammirare il prezioso ciclo degli affreschi dell’abside databili al XIV secolo. 

Nei pressi di Pontazzo, si possono osservare anche gli spettacolari fenomeni geomorfologici naturali denominati “calanchi” immersi in un ambiente naturale unico, che ospitano nel periodo primaverile estivo gli spettacolari Gruccioni, un’avifauna, particolarmente rara in Italia, con un piumaggio multicolore, che emigrano dal Nord Africa verso gli Appennini per nidificare negli anfratti naturali offerte dai calanchi. I boschi sono composti da latifoglie, in prevalenza roveri, roverelle, robinie, castagni e pioppi. Notevoli sono le presenze floreali di varie orchidee endemiche. 

Ora potreste rientrare a Codevilla, per apprezzare i prodotti tipici offerti dal territorio accompagnati dai prelibati vini dell’Oltrepò pavese

Di seguito alcune indicazioni relative agli itinerari e all’ospitalità turistica offerta del territorio. 

Ascolta l’audio Guida

Avvicina la fotocamera del telefono e inquadra il QR Code

06. GLI ITINERARI E OSPITALITA’ DEL TERRITORIO

Sono varie le aziende vitivinicole che producono i rinomati vini D.O.P. e I.G.T conosciuti ed apprezzati a livello nazionale ed internazionale. Presso le varie aziende possono essere degustati e acquistati i prelibati vini dell’Oltrepò Pavese che suscitano emozioni all’olfatto e al palato, accompagnati da salumi e prodotti locali deliziosi.  

A Codevilla, nell’antica sede della grangia del Monastero di San Senatore, già nel 1200 vi si coltivava la vite. Presso la Tenuta Montelio, con prenotazione, è possibile visitare unitamente alle antiche cantine, risalenti alla seconda metà del 1600, l’infernotto, singolare struttura a pianta ottagonale, utilizzata nei secoli scorsi come “ghiacciaia”, oggi destinato alla conservazione delle bottiglie “storiche” dell’azienda. Inoltre, possono essere degustati e acquistati i prelibati vini dell’Oltrepò Pavese che suscitano emozioni all’olfatto e al palato, accompagnati da salumi e prodotti locali deliziosi. 

L’antica cantina sociale, oggi Torrevilla, permette una degustazione presso la sede espositiva nei pressi della moderna torre che svetta sul borgo.

Le aziende agrituristiche del territorio, ad esempio “La Rocchetta” a Mondondone, uniscono alla visita ai locali di vinificazione, alla degustazione   dei vari prodotti tipici del territorio, un percorso ludico-didattico tra i vigneti per affascinanti momenti immersi nella natura. 

Presso “La Cantina delle merende”, dell’azienda vitivinicola “Casarini vini”, si possono degustare i tipici prodotti del territorio accompagnati da ottimi vini e presso l’azienda il Gabbiolo sono possibili ottime degustazioni ed acquisti di vini prelibati. 

Altre realtà di ristorazione offrono ottimi prodotti tipici del territorio e altri prodotti enogastronomici. Inoltre, sono presenti vari agriturismi e Bed and Breakfast che offrono ospitalità turistica per apprezzare le opportunità offerte dalle numerose vie ciclabili e dai sentieri per il trekking alla scoperta del territorio, tra cui è da menzionare la via ciclabile che congiunge Vigevano a Varzi e che attraversa il territorio. 

Tra le attività non legate all’agricoltura, si segnala la presenza di alcune attività di somministrazione che offrono ottimi prodotti locali tipici e altri prodotti enogastronomici d’alta qualità. Accompagnati da pregiati vini.

Sono presenti, inoltre, Bed and Breakfast che offrono ospitalità integrata da attività ludico-sportive attraverso   numerosi percorsi ciclopedonabili distribuiti nel territorio comunale tra cui la Greenway Voghera – Varzi, uno degli itinerari cicloturistici della Lombardia da fare una volta nella vita! 

 Inoltre, è possibile percorrere a cavallo i sentieri tra i vigneti e i boschi che caratterizzano e definiscono il paesaggio del luogo, con prenotazione presso l’azienda Felix home B and b di Codevilla.

Ricordiamo inoltre che nei pressi dell’info point di Codevilla è possibile noleggiare le e-bike per percorrere le varie vie ciclabili proposte sul territorio. Ricordiamo che è possibile scaricare VISITAPP Codevilla per altri vari approfondimenti per la visita al territorio. 

Con questa sezione termina la visita guidata a Codevilla. Cheleo Multimedia ha realizzato l’audio guida, in collaborazione con gli esperti di Codevilla, con il contributo del Comune e del programma di sviluppo rurale 2014-2020 per gli incentivi allo sviluppo di infrastrutture e di servizi turistici locali.